ASNC

31-08-2016 18:09 -

La piaga del mancato riconoscimento del diritto di laicità è presente anche nelle carceri italiane.

Ad eccezione del carcere di Lecce, i direttori delle strutture penitenziarie si rifiutano di riconoscere ai detenuti atei o agnostici il diritto di ricevere assistenza spirituale non confessionale.

Appare significativo evidenziare che la spiritualità attiene a tutti gli esseri ed è indipendente dalla credenza.
La spiritualità attiene alla capacità di astrazione del pensiero che si manifesta anche nella assenza di riferimenti trascendenti e nella assoluta razionalità; il suo significato più semplice è il concetto che oltre alla materia tangibile esista un livello spirituale di esistenza, dal quale la materia tragga vita, intelligenza o almeno lo scopo di esistere; può arrivare ad includere la fede in poteri soprannaturali (come nella religione), ma anche no, ponendo sempre l'accento sul valore personale dell'esperienza.


Pertanto l'attribuzione di spiritualità a una persona non implica necessariamente che quella persona pratichi una religione o creda, in generale, all'esistenza dello spirito; in questo caso la spiritualità è vista piuttosto come un "modo d'essere" che evidenzi scarso attaccamento alla materialità.


Il fine unico del servizio di ASNC (Assistenza Spirituale Non Confessionale) è quello di recare conforto spirituale, tramite l’ascolto e il dialogo, anche a chi non professa alcuna religione e vive una condizione da ateo o agnostico, all’interno delle strutture penitenziarie.


Laicitalia si batte per riconoscere ai detenuti atei o agnostici il diritto a tale assistenza, in quanto diritto umano.