Grado di civiltà

06-11-2021 21:12 -

Tra i parametri con i quali si misura il grado di civiltà di una comunità, rientra anche quello del ruolo che hanno gli anziani e i disabili.

Una società avvitata nell’egoismo sociale, come quella italiana, esprime una perversa gerontofobia che si manifesta nella costante denigrazione della capacità decisionale delle persone anziane, cui si nega ruolo narrativo e saggezza esperienziale fino ad arrivare, da parte di taluni, a negare agli anziani la partecipazione alla vita politica, anche da semplici elettori, in assenza di competenze informatiche di base.

La risultante immediata è la marginalizzazione sociale che rende più facile alle fasce produttive, negare dignità assistenziale.

Occorre riqualificare il ruolo degli anziani per ricreare un circolo virtuoso di legami affettivi e socialmente costruttivi.

La prospettiva di diventare oggetto di denigrazione sociale al compimento dell’età pensionabile non giova al naturale avvicendarsi delle stagioni della vita.

Aver trascurato programmi di inserimento delle persone anziane nella socialità è un’imperdonabile trascuratezza che si paga con l’aridità delle giovani generazioni.

La qualità della vita delle persone anziane passa attraverso il monitoraggio costante delle loro necessità e l’immediato intervento nelle criticità, tanto più che l’isolamento sociale è causa dell’aumento delle malattie.

La Comunità europea ha stanziato fondi per superare il divario tra le diverse regioni europee, e in Italia, parte di questi fondi, sono stati destinati alle regioni del meridione.

Le modalità con le quali saranno gestiti non lascia intravedere alcuna prospettiva di incidenza sulla sensibilizzazione culturale, l’unica che può restare anche in assenza di nuove erogazioni.

Fonte: www.democrazia.atea.it